martedì 24 novembre 2009

La Yamaha chiude lo stabilimento italiano di Lesmo


Una triste ma purtroppo attesa notizia ci è ora pervenuta da parte del direttivo Yamaha Motor Italia.


Gerno di Lesmo (Mb) – 24 novembre 2009. In relazione all’incontro con le Organizzazioni Sindacali che si è svolto ieri, il terzo avvenuto nella sede di Confindustria Monza e Brianza, Yamaha Motor Italia precisa di non ritenere percorribile la strada della cassa integrazione straordinaria, ritenuta inadatta alla soluzione della crisi aziendale.


Tale strumento è infatti concepito per le eccedenze di personale aventi carattere strutturale ed irreversibile, in crisi di lunga durata e dall’esito incerto e graverebbe, oltretutto, in maniera anomala sui conti dello Stato.


La Società si è dichiarata pronta ad erogare un’analoga somma al fine di attenuare l’impatto sociale causato dalla decisione di cessare la produzione in Italia.


Il Gruppo ha ribadito la propria volontà di giungere a un accordo nei tempi indicati dalla legge.

lunedì 9 novembre 2009

Ducati presenta le (la??) novità della gamma 2010



Grande folla alla presentazione dei modelli 2010 Ducati, avvenuta come sempre con un giorno di anticipo rispetto all’apertura dei Saloni. Quest’anno però abbiamo visto molte facce nuove… Come mai? Molto semplice, alla presentazione erano stati invitati anche tutti i dealer, ed ecco spiegata questa anomala folla presente alla conferenza stampa. Di “trucchetti” Ducati quest’anno ne ha messi in gioco parecchi, a cominciare dal fatto che in due ore di presentazione l’unica novità degna di tale nome era la Multistrada 1200, per il resto le “solite” versioni “Erre-Esse-special-racing-super-competition-inkazzata" per la 1198, che in questo caso si chiama Corse Special Edition e che comprende fondamentalmente solo un maquillage estetico (la domanda come sempre è: ce n’era davvero bisogno?), e per le Hypermotard 1100 Evo ed Evo SP, che affiancano la 796 e che a dire il vero in questa versione dichiarano 7 chili in meno e 5 cavalli in più, mentre il Monster guadagna finalmente l’ABS, ma per il resto cambia di poco (per fortuna). D’altronde se in una presentazione vengono persi circa 15 minuti, più altri 5 di video, per “spiegare” al pubblico come sia cambiato il logo di Ducati Corse, soffermandosi su aspetti molto filosofici e accademici, ma che con le moto hanno poco a fare, è segno che di novità quest’anno non c’era da aspettarsene tante. La novità appunto è arrivata alla fine della presentazione e si chiama Multistrada 1200: un look piuttosto sconcertante che sicuramente deve essere “metabolizzato” e che pur apparendo originale ricorda qualche moto poco fortunata come la Benelli TreK o la Cagiva Navigator, per una Ducati che come sempre sfoggia alti contenuti tecnici e inoltre vuole racchiudere in sé quattro tipologie di moto: stradale, turistica, da città e fuoristrada, anche se su quest’ultima attitudine, visti i cerchi di 17 pollici con pneumatici 190/55 e 120/70 si potrebbero nutrire forti dubbi. Ricco di fascino è sicuramente il dispositivo elettronico che consente di avere quattro opzioni di guida, che riuniscono caratteristiche diverse tra taratura sospensioni, mappatura motore e controllo di trazione, adatte per altrettante esigenze di guida. Se piacerà o no sarà il pubblico a decretarlo, nei prossimi giorni. Certo è che con i suoi 150 CV (100 nelle modalità urban e off-road) la nuova Multistrada si annuncia come una moto molto divertente da guidare. Di seguito il comunicato dell’azienda… Ci vediamo a EICMA.

Finalmente svelata, in anteprima mondiale, la nuova e attesissima Multistrada 1200.
Nuove livree “corse” per la 1198, due nuovi modelli Hypermotard 1100evo e gli arricchimenti tecnici della famiglia Monster completano le grandi novita’ 2010.
Fedele alla tradizione, che vede le “rosse di Borgo Panigale” aprire ogni anno la passerella delle novità EICMA, Ducati ha tolto ufficialmente il velo alle nuove proposte della gamma 2010.

Moto da sogno, frutto della genialità e creatività italiana, destinate a polarizzare l’attenzione in occasione di EICMA 2009, 67esima edizione del Salone Internazionale della Moto, in programma a Milano, presso la Fiera Internazionale di Milano a Rho, dal 10 al 15 novembre, e pronte a diventare nuovi riferimenti con il prossimo arrivo sul mercato internazionale.

Prima dell’entrata in scena delle novità 2010, è stato presentato alla stampa il nuovo logo Ducati Corse, un’evoluzione dello storico marchio, attualizzato con una nuova grafica che segue il nuovo logo Ducati, presentato lo scorso anno sempre in occasione di EICMA.

Una conferenza stampa ricca di contenuti, messaggi e anticipazioni che ha preceduto l’apertura ufficiale del salone. Gabriele Del Torchio, Presidente di Ducati Motor Holding, ha incontrato i rappresentanti della stampa internazionale, presentando i risultati sportivi e commerciali che l’azienda di Borgo Panigale sta ottenendo, a conferma della solidità e delle performance della casa costruttrice italiana, malgrado il difficile momento che il settore sta attraversando.

“Il 2009 è stato per Ducati un anno di sfide importanti ma anche di altrettanto importanti opportunità. - ha detto Gabriele Del Torchio, Presidente Ducati, durante la conferenza - Le sfide ci sono arrivate da un mercato che ha subito in tutto il mondo una vistosa contrazione, dove il segmento in cui noi competiamo potrebbe mostrare a fine anno un calo intorno al 35%. In uno scenario come questo Ducati ha saputo reagire egregiamente, tanto che le nostre quote sono aumentate costantemente e nel 2009 registreremo una quota record del 7,2% a livello mondiale. Questo risultato è stato ottenuto lavorando in maniera coerente con gli obiettivi che c’eravamo dati nei nostri piani, operando sui tre pilastri fondamentali dell’azienda. In primis il prodotto, quindi attraverso una politica intelligente di continuo rinnovo, e le novità 2010 ne sono la più palese delle conferme. Quindi la rete distributiva, costantemente rinnovata e rafforzata, migliorando il servizio offerto e ampliandola. Grazie anche alla recente apertura degli store a Shanghai, Città del Messico, Mumbai e in Vietnam, oggi Ducati è distribuita in 80 paesi nel mondo. Ultimo, ma non certo per importanza, il brand, dove continuiamo a lavorare con successo sulla riconoscibilità della marca e, soprattutto, sul ruolo che Ducati ha di ambasciatore del “made in Italy” nel mondo, fattore questo che ha per noi un valore fondamentale.
In tutto questo, purtroppo, il mondo della moto non ha sentito il beneficio degli incentivi statali. Il nostro auspicio è che il Governo Italiano recepisca questo segnale, nella speranza di una revisione del contributo, aumentandone la misura e rendendolo altresì proporzionale al valore di una motocicletta."


Quindi è stata la volta di Claudio Domenicali, Direttore Generale Ducati Motor Holding, che ha presentato le grandi novità Ducati per il MY 2010.

“Siamo presenti ad EICMA con una serie di importanti novità, nel pieno rispetto del nostro piano strategico-industriale. – ha detto Claudio Domenicali, Direttore Generale Ducati, presentando la gamma MY 2010 - La nuova Multistrada 1200 rappresenta per Ducati un’opportunità molto importante che ci permette di arrivare in un segmento di mercato per noi completamente nuovo, anticipandolo con un’offerta assolutamente innovativa, sia in termini di prestazioni, di fruibilità d’uso e di contenuto tecnologico. Quattro moto in una, con quattro differenti riding mode, controllo di trazione, sospensioni elettroniche ma, soprattutto, una vera Ducati, nello stile, nel design e nella grande tecnologia, mutuata direttamente dall’esperienza Ducati maturata sulle piste di tutto il mondo. Hypermotard 796 e 1100 evo, le nuove livree “Corse” per la 1198S e 1198R, i tanti aggiornamenti tecnici e stilistici, completano una gamma 2010 di cui siamo orgogliosi.”

Protagonista assoluta dell’evento è stata la attesissima Ducati Multistrada 1200, già in lizza tra le pretendenti più qualificate per il titolo di “regina del salone”. Fedele alla geniale intuizione con cui Ducati riuscì a combinare sportività e prestazioni al comfort e alla versatilità, la nuova Multistrada 1200 racchiude in una sola moto tutti i desideri e i sogni di un motociclista. Ducati ha voluto realizzare una moto in grado di affrontare al meglio ogni tipo di percorso, ogni tipo di fondo stradale, una moto che racchiude tutta la tecnologia mutuata dalle “rosse di Borgo Panigale” sia in MotoGP che in SBK. Una moto senza limiti, capace di adattarsi alle richieste del pilota, passando da una supersportiva ad una tourer per lunghi viaggi, a una moto per andare al lavoro ma anche per affrontare strade bianche e sterrati con la capacità di una enduro stradale, in altre parole: quattro moto in una! Ducati, ancora una volta, apre una nuova frontiera, aggiungendo la genialità italiana all’eleganza, allo stile e alla tecnologia che contraddistinguono tutte le moto della casa motociclistica bolognese.
Un progetto che nasce dal cuore; il propulsore di questa moto non poteva che aver origine dal motore Campione del Mondo, il Testastretta che equipaggia la Ducati 1198. Gli ingegneri e i tecnici di Borgo Panigale sono riusciti a sfruttare la grande potenza e la sorprendente ecletticità di questo motore rendendolo più regolare e fruibile, adatto ad ogni situazione. Nasce così il nuovo Testastretta 11°(undici gradi), un nuovo punto di riferimento in termini di prestazioni, elasticità e piacere di guida.

Nella famiglia Superbike presentate una 1198 S e una 1198 R “CORSE SPECIAL EDITION” per celebrare i successi in Superbike e Superstock e il nuovo logo Ducati Corse. Nuove colorazioni per la 1198 S e un’inedita 848 “Dark”.

Nuova livrea ma non solo. Infatti, sia la 1198 S Corse Special Edition e la 1198 R Corse Special Edition, sono equipaggiate con serbatoio in alluminio, mutuato direttamente dalle moto “ufficiali” Ducati Corse. A questo si aggiunge il Controllo della Trazione Ducati, disponibile anche in configurazione stradale per entrambe le versioni.

Altre grandi novità Ducati per il MY 2010 arrivano dalla Hypermotard, che a tutti gli effetti diventa una vera e propria famiglia di moto. Non più una sola, ma ben tre versioni, declinate in tre differenti tipologie di utilizzo, ma sempre con il preciso e ben definito obiettivo di emozionare e divertire. Ecco, quindi, la nuova e agilissima Hypermotard 796, alla quale si aggiunge la nuova e ancora più potente Hypermotard 1100EVO per poi arrivare alla versione più estrema, l’inedita Hypermotard 1100EVO SP.

L’Hypermotard 796, disponibile già da ottobre, ha anticipato l’arrivo della gamma Model Year 2010. Il “cuore” della nuova famiglia vede, comunque, un’evoluzione del modello 1100, l’Hypermotard 1100EVO incredibilmente alleggerito di ben 7 kg e con 5 CV in più rispetto al precedente. Tuttavia, come se non bastasse una consistente riduzione di peso e un incremento della potenza, Ducati propone anche una terza ed estrema versione, la nuova Hypermotard 1100EVO SP, progettata, in particolare, anche per la guida in pista oltre che su strada, una modello che sposta il limite e le performance Hypermotard ancora più avanti.

La principale novità per il MY 2010 della famiglia Monster è l’inserimento in gamma delle versioni 696 e 1100 (base ed S) dotate del sistema ABS (Antilock Braking System). Per la prima volta Ducati adotta sulla famiglia Monster questo importante sistema di sicurezza che evita il bloccaggio della ruota posteriore in fase di frenata, contribuendo ad aumentare il controllo del mezzo da parte del conducente.

Tra le altre novità che caratterizzano il MY 2010, tutta la famiglia Monster presenta dei nuovi paracalore, posizionati lateralmente sui silenziatori dell’impianto di scarico, dal nuovo design e dalla forma allungata rispetto ai precedenti, che garantiscono una maggiore protezione termica per il passeggero.

Sul Monster 696 sono presenti dei nuovi carter motore di ben 1.2 kg più leggeri rispetto ai precedenti. Inoltre è stata migliorata l’ergonomia e il comfort dei comandi con l’adozione di leve freno e frizione regolabili in 4 diverse posizioni, che si adattano facilmente ad ogni pilota consentendo di ridurre lo sforzo richiesto sulle leve.

www.ducati.com

sabato 7 novembre 2009

Supernaag: la moto da cross del capitano

Nasce a Bologna, nella piccola bottega della Royal McQueen, una nuova Special del Capitano. È la “SuperNaag” (Naag è una parola indiana che significa cobra reale), una moto “da cross” dal gusto nostalgico (quando le moto erano solo “da strada” o “da cross” appunto) pensata per chi cerca comfort ed eleganza dei dettagli. La “SuperNaag” sorge su base Royal Enfield Electra 500 Euro 3 modificata a fondo e assemblata con pezzi plasmati esclusivamente per questa moto, per non attingere ad accessori già esistenti sul mercato. Solo fanali e marmitta esistevano già. SuperNaag è una Royal Enfield Electra 500 che riprende il fascino delle vecchie moto da regolarità degli Anni ’70.“L’ho ragionata per andarci in due - afferma il Capitano Andrea Fontana - per farci della strada e per avere il gusto di possederla. Chi decide di acquistarla potrà personalizzarla a proprio gusto scegliendo il colore e le finiture. Mi piace pensare che diventerà a tutti gli effetti la moto da cross del mio cliente… anche se al massimo la prende per andare a fare un giro al bar. Mi piacciono le moto fatte così, spero che questa piaccia anche a voi, perchè se non sarà così, la colpa... è sola mia”.Come tutte le Special uscite dalle mani del Capitano, la “SuperNaag” riporta il marchio registrato sul serbatoio, BUILT WITH ALOHA. La “SuperNaag” è in produzione su richiesta solo per l’anno 2010. Il cliente all’ordine della moto ne sceglie il colore e gli abbinamenti. Prezzo Euro 10.850 chiavi in mano.

lunedì 2 novembre 2009

Ecco la CR&S Duu "senza veli"

L’EICMA si avvicina e la CR&S di Roberto Crepaldi scopre finalmente la sua nuova concept Duu (due in dialetto milanese), in veste definitiva, così come la vedrete al Salone Internazionale del Motociclo di Milano, dal 10 al 15 novembre presso la stand CR&S, al Pad. 2 - area I-30. Si tratta di una naked, prevista anche in configurazione biposto, con allestimento modulare, al vertice del segmento "premium".
In essa vengono sintetizzate le culture motociclistiche occidentali:ciclistica europea, agile e sportiva e propulsore bicilindrico americano, grosso e muscoloso, per una moto dalla guida divertente e intuitiva, dai contenuti tecnico-estetici innovativi.

Come la Vun, anche la Duu è una vera CR&S: una moto fatta da "motociclisti" per “motociclcisti”.
La CR&S Duu è equipaggiata con il nuovo motore S&S X-Wedge di 1916cc (117c.i.).
S&S, azienda leader nelle parti speciali per elaborazioni di motori bicilindrici a "V" americani, ha festeggiato l'anno scorso il suo 50° Anniversario e ha voluto celebrarlo realizzando questo propulsore inedito come sintesi della sua esperienza e tecnologia.
Un motore in linea con la tradizione americana dei grossi bicilindrici a "V", con peculiarità innovative e prestazioni di vertice, benché conforme ai più moderni standard di emissioni e rumore.

CR&S ha introdotto con la VUN il concetto di moto "fatta su misura":
partendo da una versione standard, ogni cliente sceglie il suo allestimento attraverso un'ampia scelta di opzioni tecnico-estetiche.
La Duu vuole estendere questa caratteristica ormai tipica del marchio CR&S:
oltre alle opzioni tecnico-estetiche, la Duu propone anche differenti configurazioni.
La CR&S Duu, partendo da un modulo base monoposto e/o biposto, asseconda le principali esigenze del motociclista offrendo ampie possibilità di implementazione, senza stravolgere le caratteristiche estetiche e funzionali del progetto.
L’idea di realizzare una moto innovativa, “modulare e muscolare”, costruita con materiali durevoli, di altissima qualità, dotata di un motore potente, robusto e affidabile, versatile e intuitiva da usare, ha sempre stimolato i motociclisti “maturi” che vogliono certezze, continuità, alto valore aggiunto in termini di estetica e contenuti tecnologici.
Disposti ad assecondare la loro passione per un alto rapporto qualità-prezzo-esclusività.

Una moto rivolta verso un mercato di appassionati viscerali, evoluti e consapevoli del valore delle cose e della loro continuità nel tempo, fatta per durare e soddisfare le proprie esigenze senza tuttavia tralasciare l’aspetto più essenziale della moto “premium”: la forte caratterizzazione emotiva.
La CR&S prevede di consegnare le prime DUU in Europa nel 2011 ad un prezzo indicativo, per la versione base, di € 20.000 su strada, con una produzione di alcune decine di unità all’anno.
Tutte fatte su misura, a mano, una alla volta…
http://www.crs-motorcycles.com/

sabato 31 ottobre 2009

Triumph e TAG Heuer insieme per McQueen special



Triumph, produttore di motociclette “made in UK” e TAG Heuer, il brand svizzero, rinomato per la realizzazione di splendidi orologi, presentano l’ultima novità al pubbico di appassionati motociclisti: la Bonneville versione “Heuer”.
La TAG Heuer Bonneville presenta una livrea esclusiva blu/arancione ispirata alla Porsche guidata dal mitico Steve McQueen nel film Le Mans, che a sua volta ha ispirato la grafica del modello Monaco 40° anniversario.
La ragione dell’accordo tra i due brand va ricercata nella passione per Steve McQueen, un’icona del cinema, un personaggio immortale e soprattutto un vero amante dei motori.
“Siamo onorati di ricoprire un ruolo importante in questo progetto. La Triumph Bonneville e il TAG Heuer Monaco sono oggetti senza tempo, che festeggiano rispettivamente il 50° e 40° anniversario celebrando il mito di Steve McQueen, un personaggio che ha segnato un’epoca, che amava indossare il Monaco e che è entrato nel nostro DNA, in virtù della passione che aveva per le nostre motociclette”. Questo il commento di Neil Morley, Head of Brand Communications in Triumph.
La Triumph Bonneville special è stata di recente presentata a Parigi da Lewis Hamilton, il pilota di Formula 1 campione del mondo nel 2008 e testimonial TAG Heuer e sarà visibile in alcuni dei migliori negozi TAG Heuer d’Europa.

mercoledì 21 ottobre 2009

Whipping Chopper


Il nuovo modello europeo marchiato Saxon Motorcycles si chiama Whip ed è un chopper tradizionale con telaio rigido e motore S&S che rispecchia i canoni estetici di questo stile tradizionale, aggiungendo l’esclusività di un prodotto costruito espressamente per il mercato europeo e dotato di omologazione Euro3
Durante l’ultima edizione della European Bike Week, la Saxon Motorcycles Europe, azienda ben nota agli appassionati americani ed europei, ha presentato all'Arneitz Custom Show il suo nuovo modello, il quarto destinato al mercato europeo; dopo la “low ride” Firestorm, il chopper Warlord e il bobber Henchman ecco arrivare sulle strade europee il nuovo hardtail chopper “Whip”. Se è vero che i chopper sono maggiormente diffusi negli Stati Uniti, la crescente domanda per questo genere di mezzi in Europa, e anche in Italia, ha fatto sì che l’azienda americana Saxon, con sede a Casa Grande in Arizona, abbia ormai da alcuni anni fondato la sua filiale europea in Olanda, iniziando a costruire modelli specifici per il mercato europeo, che in Italia sono venduti tramite la Legend Bikers di Martinengo (BG) e presto lo saranno anche in Spagna, mentre sono già ampiamente conosciuti nel Nord Europa.
La Whip è il primo chopper con telaio hardtail proposto dalla Saxon e questa è la differenza principale con il loro primo modello di successo Warlord, che dispone invece di una sospensione Softail, ma anche la forcella risulta sensibilmente più lunga, per interpretare al meglio il “chopper spirit”. La Whip si rivolge dunque soprattutto agli amanti dei veri chopper con telaio rigido, i puristi di questo stile, che desiderano però avere un mezzo affidabile e oltretutto munito di omologazione europea e garanzia del costruttore, un modo insomma per vivere la filosofia chopper con un mezzo che può essere comunque personalizzato dal cliente, senza per questo rinunciare ai vantaggi di una moto di serie omologata secondo l’ultima normativa Euro 3.
Le differenze con un mezzo di serie sono però evidenti: intanto la Whip viene assemblata a mano, ma con moderne tecnologie e inoltre, come tutti I modelli Saxon, è personalizzabile dal cliente al momento dell’ordine su una serie infinita di dettagli come i cerchi, che possono essere a raggi, come in questo caso, ma anche con disegno a razze, o le verniciature e le aerografie, tra le quali è disponibile anche quella del modello della presentazione con una trama a pelle di serpente, ma che possono comunque essere fatte anche su campione.
Gli elementi che invece non variano sono quelli relativi alla ciclistica e al motore. La prima si avvale di un telaio rigido con forcella allungata da 41 mm, angolo di inclinazione del cannotto di sterzo a 45° precisi, in ossequio alla tradizione chopperistica, valore ottenuto inclinando di 5° le piastre e di 40° la splendida forcella. Completano la dotazione ciclistica i cerchi a raggi, da 18 pollici il posteriore, con largo pneumatico di 200 mm, e di 21 pollici l’anteriore, che calza uno stretto pneumatico di 90 mm, e un impianto frenante dell’italiana Brembo, a dimostrazione che la qualità nell’azienda Saxon viene messa al primo posto. Il motore invece è un performante ma affidabile bicilindrico S&S Evolution Style da 96 c.i. (quasi 1600 cc), utilizzato anche sugli altri modelli Saxon, che calza a pennello all’interno del telaio tubolare; è alimentato a carburatore, con diffusore da 42 mm, ma rientra nelle direttive della normativa Euro 3 e abbina sapientemente le cromature di cui è naturalmente dotato con numerosi dettagli in nero opaco, come il coperchio del filtro aria o lo scarico due in uno. La trasmissione si avvale invece di un cambio Baker a 6 rapporti con la primaria a catena “custodita” all’interno del carter, perché se è vero che le primaria scoperte sono belle da vedere e di facile manutenzione è altrettanto sacrosanto che quelle chiuse sono molto più affidabili e durature, mentre la finale è di tipo tradizionale LSD (Left Side Drive) a catena, quindi con gli organi sulla sinistra.
Infine la dotazione è un connubio di accessori realizzati dalla stessa Saxon, che includono anche la strumentazione digitale, una comoda sella monoposto, un manubrio drag bar che rompe con la tradizione degli ape hanger, rivelandosi però molto più confortevole, e un impianto di illuminazione che pur tradizionale nella foggia consente una visibilità notturna pari a quella di una moto di serie.Il prototipo della Whip era già stato mostrato durante gli Hamburg Harley Days in Germania e il Custom Show Viva La Clusaz in Francia, durante i quali il pubblico ha accolto questo chopper con tanto entusiasmo e in breve tempo l’azienda l’ha reso disponibile sul mercato europeo. Anzi, a dire il vero al momento questo modello è disponibile solo in Europa. Non è la prima volta che la Saxon mostra prima in Europa uno dei suoi modelli; è stato così anche per la Henchman, presentata alla European Bike Week del 2008 e solo da poco in vendita anche negli Stati Uniti, dove esistono altri modelli Saxon espressamente costruiti per quel mercato, come la Crown, la Javelin, la Sceptre, la Villain e la Griffin, destinati al solo mercato domestico ma di fronte ai quali moto come la Whip non soffrono certo del complesso di inferiorità. Questo chopper di presenta infatti sul mercato europeo con tutte le caratteristiche estetiche care a questa filosofia così tradizionalista e con in più la cura costruttiva di un’azienda moderna come Saxon

lunedì 19 ottobre 2009

New Victory 2010

La gamma 2010 delle moto americane Victory, importate in Italia dalla Egimotors di Lissone come tutti i prodotti del marchio Polaris, si arricchisce di due nuovi modelli da turismo che strizzano l’occhio allo stile “bagger”. Dopo la Vision Tour ABS, presentata a EICMA 2008, caratterizzata da linee futuristiche, arrivano dunque la Cross Country e la Cross Roads, due modelli basati sulla stessa piattaforma ma differenti nella linea e nella dotazione. In comune i due nuovi modelli hanno il motore Freedom 106 bicilindrico a V di 50° di 1731 cc, con raffreddamento ad aria/olio, testate a 4 valvole e cambio a 6 rapporti con Overdrive, capace di sviluppare oltre 93 CV di potenza e 148 Nm di coppia.

La Cross Country (17.999 euro) è una tourer fornita di carenatura, tubolari di protezione “Highway Bar” e borse rigide, dotata di accessori come l’autoradio, completabile con il lettore iPod e il navigatore GPS, ma la dotazione opzionale comprende anche le manopole e il sedile riscaldabili, la retromarcia, più il solito elenco di schienali per passeggero e borse normalmente previsto per questa tipologia di moto. All’interno della carenatura, disponibile con parabrezza di diverse altezze, è ospitata la completa strumentazione, mentre a livello di comfort si segnalano le ampie pedane per pilota (regolabili) e passeggero, il manubrio regolabile e le borse laterali a sgancio rapido “Quick-Release”. La Cross Country, secondo le dichiarazioni della stessa Casa, si pone come antagonista della Harley-Davidson Street Glide, rispetto alla quale offre il 24% in più di capacità di carico, grazie alle borse che complessivamente hanno una capienza di 80 litri e 11 kg di portata massima (contro i 64 litri della H-D), il 52% in più di escursione media delle sospensioni (130 mm davanti e 120 dietro per la Victory, 117-51 per la H-D) e pedane più ampie (46 cm contro 32), a tutto vantaggio del comfort, mentre a livello di prestazioni la differenza di coppia è del 18% a favore della Victory (148 Nm contro 127 della Street Glide). La nuova Victory Cross Country sarà disponibile a partire dal 2010 in tre colorazioni: Solid Midnight Cherry (rosso ciliegia tinta unita), Solid Black (nero tinta unita) e infine Black/Graphite con disegni “Estreme Skulls”.


Rimanendo in tema di comparazioni, la rivale della H-D Road King in casa Victory si chiama Cross Roads (15.999 euro), dotata questa volta di un parabrezza in plexiglass amovibile, che offre comunque un alto livello di protezione, abbinato sempre alle “Highway Bar”. Le differenze sostanziali si evidenziano dunque all’avantreno, mentre per il passeggero sono offerti i classici poggiapiedi al posto delle pedane; rimane invariata invece la capienza delle borse laterali, così come le prestazioni del motore. In comune le due moto hanno anche alcune misure vitali come l’interasse di 1.670 mm e l’altezza sella di 667 mm, così come le sospensioni, costituite da una forcella a steli rovesciati di 43 mm davanti e da un monoammortizzatore regolabile dietro, le ruote di 18 e 16 pollici per avantreno e retrotreno, con pneumatici Dunlop 130/70 davanti e 180/60 dietro, e l’impianto frenante con tre dischi di 300 mm con pinze a quattro pistoncini davanti e a due dietro, mentre la capacità del serbatoio è per entrambe di 22 litri. Cambia invece il peso, che è di 347 kg per la Cross Country e 338 per la Cross Roads. Quest’ultima sarà in vendita nelle due sole colorazioni Solid Midnight Cherry e Solid Black.
Tutta la gamma Victory si rinnova per il 2010. Quest’anno saranno in tutto 14 i modelli, contro i 18 dell’anno 2009, che a dire il vero costituivano una gamma un po’ troppo articolata, soprattutto per il mercato europeo. Vediamo dunque nel dettaglio quali sono i modelli 2010, quali saranno quelli che non verranno più proposti e quali invece quelli nuovi o rinnovati, cominciando con la famiglia Touring, che comprende oltre alle due inedite Cross Country e Cross Roads anche l’ammiraglia Vision Tour (22.899 euro), disponibile anche in versione con ABS (23.399 euro), che presenta in versione MY2010 qualche miglioria alla strumentazione, all’impianto di scarico e alla dotazione, mentre escono dal listino la Vision Street (che compare però in un’altra famiglia con un differente nome) e la Kingpin Tour, versione accessoriata della cruiser Kingpin. Passando alle cosiddette Muscle Cruiser troviamo sempre la Hammer (17.290 euro) e la Hammer S (18.990), distinguibili dal pneumatico posteriore di 250 mm, anch’essi con lievi modifiche, più che alto estetiche, mentre la famiglia Custom Cruiser annovera tra i suoi componenti la Vegas (15.999 euro), la Kingpin (16.800 euro) e la (Vegas) Jackpot (17.699 euro), anch’essi interessati da alcuni lievi aggiornamenti.
Le ultime due famiglie stanno agli antipodi della gamma: quella più esclusiva è senza dubbio la Ness Signature, che comprende due modelli realizzati con dettagli esclusivi dai noti customizer Ness, i quali hanno posto la loro firma sulla Arlen Ness Vision e sulla Cory Ness Jackpot (entrambe a 23.699 euro). La famiglia 8-Ball è invece contraddistinta dall’essenzialità dei suoi modelli, che sono in pratica quelli più diffusi della gamma Victory, proposti a un prezzo più concorrenziale a fronte di una dotazione più contenuta o di un motorizzazione meno potente, rappresentando una piattaforma ideale per personalizzare e accessoriare la moto. Fanno parte di questa interessante gamma 4 modelli: la Kingpin 8-Ball (13.499 euro), la Vegas 8-Ball (12.499 euro) e le nuove Hammer 8-Ball (13.999 euro) e Vision 8-Ball (18.499 euro); quest’ultima in pratica sostituisce la Vision Street presente lo scorso anno e presenta alcune modifiche rispetto alla Vision Tour, come la sella e le sospensioni ribassate, soluzioni che si ritrovano su tutti i modelli di questa gamma.

Non cambiano invece i motori, dopo l’introduzione nel 2009 del nuovo bicilindrico Freedom da 106 pollici cubi, adottato per il 2010 su tutti e tre i modelli della gamma Touring e sulle Hammer (base ed S), sulla Vegas Jackpot e sulle due Ness Signature. Questo motore viene offerto con due livelli di potenza: Stage 1 con 92 HP (oltre 93 CV) di potenza e 148 Nm offerto sui modelli Touring, e Stage 2, con 97 HP (98,3 CV) e 153,2 Nm, grazie a un diverso albero a camme e alla differente mappatura della centralina, di serie sulle Cruiser. I modelli Vegas e Kingpin e la famiglia 8-Ball (ad eccezione della Vision 8-Ball che ha lo stesso propulsore delle sue omologhe più accessoriate) invece utilizzano ancora il “vecchio” propulsore 100, con il cambio a 6 marce Overdrive sui modelli Vegas e Kingpin e a cinque per le tre cruiser 8-Ball (Vegas, Hammer e Kingpin).Una gamma dunque molto articolata di modelli per ogni gusto, che comprende quest’annoanche la Cross Country e la Cross Roads, sui quali la Casa americana punta decisa molto e che presto vedremo anche sulle nostre strade.
http://www.victorymoto.com/

CR&S Duu Concept quasi svelata


Ormai ci siamo, dopo le prime bozze anticipate qualche mese fa, la CR&S Duu è pronta per fare il suo debutto a EICMA 2009

Il marchio CR&S, acronimo di Café Racers & Superbikes, sicuramente non sconosciuto agli amanti delle moto artigianali, nasce nel 1992 per iniziativa di Roberto Crepaldi, con lo scopo prima di mantenere viva la cultura e la tradizione delle moto classiche, e in seguito di coronare il suo sogno di costruire una motocicletta. Nel 2004 il marchio CR&S diviene proprietà della O.M.M. (Officina Meccanotecnica Milanese), nata nello stesso anno con lo scopo di progettare, sviluppare e produrre in proprio motocicli, commercializzati appunto attraverso il marchio “CR&S”, di esclusiva proprietà della O.M.M. e registrato in tutto il mondo. La prima moto realizzata dalla CR&S, grazie anche alla collaborazione di partner come Giuseppe Pattoni, figlio del costruttore Roberto, si chiama Vun, che in dialetto milanese significa “Uno” e vide la luce proprio nel 2004, equipaggiata con un monocilindrico Rotax di 650 cc.
Ora per la CR&S è giunta l’ora di passare al bicilindrico ed ecco quindi la Duu (manco a dirlo, due in milanese); due perché è la seconda moto della CR&S, due come i cilindri e la cilindrata in litri del motore X-Wedge con il quale è equipaggiata, il nuovissimo bicilindrico a V di 56° della S&S da 117 pollici cubi di cilindrata (pari appunto a quasi 2000 cc), alimentato a iniezione elettronica. La Duu sarà una bicilindrica essenziale, dal peso inferiore ai 250 kg, fruibile, come la Vun, sotto molti punti di vista, ma con il “plus” di un motore bicilindrico dalla potenza elevata e dalla coppia mostruosa. Il concetto di modularità e personalizzazione della Vun sarà ancora più estremo e partendo dal modulo base, sostituendo in pochi minuti alcuni componenti, si potranno avere una café racer, una cruiser a due posti, una streetfighter o una granturismo. La Duu unisce in sé le prestazioni di un bicilindrico americano con la ciclistica agile e veloce di una moto europea, costruita come sempre artigianalmente e sulle specifiche di ciascun cliente, come è ormai prassi nella filosofia del marchio CR&S, che sarà presente a EICMA per svelare la sua nuova opera al Pad. 2, stand I/30.
http://www.crs-motorcycles.com/




Rocket Fighter



Triumph ha recentemente presentato la quarta versione della Rocket III, la poderosa cruiser dotata del tricilindrico più grande al mondo, con i suoi 2,3 litri di cilindrata: la Rocket III Roadster è la più cattiva della gamma e dopo le cruiser Rocket III e Rocket III Classic e la tourer Rocket III Touring, la nuova Roadster si avvicina idealmente al concetto di streetfighter: nuda, essenziale e muscolosa sono tre aggettivi che identificano perfettamente l’indole di questa nuova proposta della Casa di Hinckley, che oltretutto incrementa i già sorprendenti valori di coppia (200 Nm a 2.500 giri per le Rocket III e Classic e 209 Nm a 2.025 giri per la Touring). La nuova Rocket III Roadster è infatti equipaggiata con la più recente versione del mastodontico tre cilindri Triumph da 2.294 cc, che grazie agli ultimi aggiornamenti vede crescere la potenza massima a 148 CV e incrementare la coppia del 15%, con un valore straordinario di 224 Nm.
La posizione di guida della Rocket III Roadster è completamente diversa dalle precedenti: le pedane sono più arretrate, più basse e strette rispetto alla versione standard, mentre la sella, più alta e inclinata in avanti, consente al pilota di raggiungere il manubrio più facilmente.


Cambiano anche le sospensioni posteriori, realizzate per offrire maggior comfort e migliori performance di guida, mentre dal punto di vista estetico molti particolari come i foderi della forcella, le piastre, la griglia del radiatore e le molle degli ammortizzatori posteriori sono stati verniciati di nero. Infine i nuovi silenziatori, uno per lato come sulla Touring, sono realizzati espressamente per questo modello. Sul fronte delle sicurezza e del comfort, la nuova streetfighter Triumph è equipaggiata di serie con un sofisticato sistema ABS specificamente sviluppato per la piattaforma Rocket III ed è stata aggiornata con una lunga lista di accorgimenti ergonomici e dettagli tecnici che ne hanno migliorato le qualità statiche e dinamiche rispetto ai modelli precedenti. La Rocket III Roadster verrà commercializzata a partire dal mese di dicembre in due colorazioni, Phantom Black (metallizzato) o Matt Black (opaco), al prezzo di 16.600 euro, sensibilmente inferiore a quello degli altri modelli della gamma, che con l’arrivo di questa versione si fa sempre più completa e interessante.
http://www.triumph.it/

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sabato 17 ottobre 2009

Welcome Back Commando

La Norton Commando torna a far battere i cuori degli appassionati! La notizia era nell’aria da diverso tempo, da quando cioè lo storico marchio britannico, dopo essere stato acquistato da una società americana a seguito della chiusura definitiva dell’azienda nel 1992, dopo diverse vicissitudini iniziate già negli anni Cinquanta, finalmente nel 2008 è stato riacquistato dal magnate inglese Stuart Garner che ha riaperto gli stabilimenti a pochi passi dal circuito di Donington Park

Il marchio inglese nacque alla fine del 900 e per oltre mezzo secolo produsse motociclette che passarono alla storia; una di questa fu senza dubbio la Commando, presentata per la prima volta al Salone di Londra del 1967 e prodotta dall’anno seguente fino al 1977. Nel 1956 la AMC (Associated Motor Cycles) aveva acquistato la Norton e trasferito le linee di montaggio da Birmingham a Woolwich, alla periferia di Londra ma anche questa gestione andò in crisi nel luglio del 1966 e l’intero gruppo (che comprendeva anche la AJS, la Matchless, la Francis-Barnett e la James) fu ceduto alla Manganese Bronze Holdings, che istituì la società Norton-Villiers e negli anni seguenti si concentrò solo sul marchio Norton; il primo prodotto di questa nuova gestione fu proprio la Commando 750 del 1968. Gli ultimi quarant’anni di storia della Norton sono segnati anch’essi da dissesti economici. Nel 1973 infatti venne fondata dal governo britannico la Norton-Villiers-Triumph (NVT) in seguito alla cessione da parte della Manganese Bronze della Norton-Villiers e nello stesso anno la Commando crebbe di cilindrata fino a 850 cc ma già nel 1978 la NVT venne messa in liquidazione. Nonostante questo la Norton riuscì a proseguire l'attività nel nuovo stabilimento a Shenstone, nello Staffordshire, dove iniziò la produzione dei birotori Wankel, ma negli anni a venire l’azienda britannica passò attraverso un numero pressoché infinito di gestioni e nel 1992 chiuse definitivamente i battenti, dopo aver vinto nello stesso anno il Senior TT all’Isola di Man con la F1 Wankel guidata da Steve Hislop. Il marchio venne rilevato da un’azienda americana guidata da Kenny Dreer che a partire dal 2000 con il nome di Norton Motorcycles Inc. iniziò lo sviluppo della nuova 961 Commando, il cui progetto venne però abbandonato nel 2006.


La storia recente vede dunque la Norton tornare nella natia Inghilterra dopo quindici anni, per merito di Mr. Garner, già proprietario della Norton Racing Ltd che attualmente si occupa dello sviluppo di una moto con motore rotativo Wankel, la NRV588, che ha debuttato quest’anno al Tourist Trophy. Il nuovo proprietario ha acquistato i diritti e i progetti relativi ai marchi Norton, Manx, Atlas, Commando e Dominator, tutti nomi di celebri modelli Norton. La nuova Commando 916 SE (dove SE sta per Special Edition) nasce infatti dallo sviluppo del progetto americano ed è ora pronta a essere commercializzata, anche se la produzione è limitata a 200 esemplari, per altro già tutti venduti “a scatola chiusa”. A questi esemplari dovrebbe seguire una produzione in serie del modello standard (si parla di 1500 unità l’anno) entro 2/3 anni.



La nuova Commando è spinta da un motore bicilindrico parallelo frontemarcia di 961 cc con raffreddamento misto aria/olio, distribuzione ad aste e bilancieri e due valvole per cilindro, rispettando la tradizione inglese, accreditato di 80 CV a 6.500 giri e circa 9° Nm di coppia a 5.200 giri. Rispetto al prototipo americano, che prevedeva due carburatori Keihin FCR di 39 mm, la nuova Commando ha invece l’iniezione elettronica e ovviamente è omologata Euro 3. La ciclistica si avvale invece di un telaio a traliccio in acciaio, forcellone in alluminio, sospensioni Öhlins con due ammortizzatori dietro e una forcella a steli tradizionali di 43 mm davanti, freni Brembo con due dischi davanti di 320 mm uno di 220 dietro e pregiati cerchi BST di 17” in carbonio, con cui sono realizzati anche diversi altri dettagli, per un peso di 188 kg, mentre l’interasse è di 1420, che lascia intendere una buona maneggevolezza. Nonostante la pregevolezza della dotazione, il prezzo della Commando 961 SE dovrebbe aggirarsi intorno ai 13.000 euro.
http://www.nortonmotorcycles.com/